Marco Betta "Perduta ho la pace" per voce e sei esecutori
tratto da Perduta ho la pace, 1838
Un Natale immaginario, in una città qualsiasi, immaginando il Verdi poverissimo nell'inverno della sua giovinezza. Il soprano e il pianoforte sono per strada. Un viaggiatore raccoglie i suoni molteplici dell'insieme. Barboni, visitatori, una giostra lontana, il passaggio di una banda in lontananza, una mostra di presepi con piccoli carillon, artisti di strada, neve leggera. Il soprano e il pianoforte rimangono al centro, circondati dagli altri musicisti. Il pianista disporrà dei folgi di carta leggera sulla cordiera in modo che il pianoforte possa suonare come una pianola antica che a tratti però ritorna ad avere la sua voce. Tutto si mescola intorno all'aria fino a sparire lentamente (M. Betta).