Il quadro nero
Gibellina, Orestiadi, sabato 17 luglio 2021, ore 21:30
Il Quadro nero
ovvero la Vucciria, il grande silenzio palermitano
da Renato Guttuso e Andrea Camilleri
testo di Andrea Camilleri
video opera di Roberto Andò e Marco Betta
ideazione e regia di Roberto Andò
musiche di Marco Betta
collaborazione alla regia di Luca Scarzella
fotografia Roberto Barbierato e Gianni Carluccio
scenografia Gianni Carluccio
costumi Gianni Carluccio e Daniela Cernigliaro
suono Hubert Westkemper
montaggio Vertov Milano
in collaborazione con Fondazione Teatro Massimo di Palermo
È il quadro dei colori e del nero, del buio e della luce, della vita e della morte, della prosperità e del disfacimento, dell’apparente movimento e della sospensione del tempo. A “La Vucciria” di Renato Guttuso, dedicata al celebre mercato di Palermo, si ispira “Il quadro nero-ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano”, l’opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta, su testo di Andrea Camilleri.
Una produzione della Fondazione Teatro Massimo, realizzata in collaborazione con gli Archivi Guttuso e con il Comune di Bagheria.
Il titolo dell’opera a prima vista contrasta con la grande tavolozza di colori del dipinto, donato dall’artista all’Università di Palermo nel 1974 e da allora esposto allo Steri, sede istituzionale dell’Ateneo: i rossi delle carni e del pomodoro, gli arancioni degli agrumi, i grigi dei pescespada, i bianchi e i verdi degli ortaggi. Ma in realtà ne coglie la natura più intima e sottile, riprendendo il giudizio che ne diede il grande Cesare Brandi, laddove scrisse che “il quadro è tenuto insieme, come una musica dalla tonalità, da quel nero di fondo e visibile solo nei contorni”. Definizione che piacque molto all’artista, il quale ammise: “Brandi ha detto una cosa giustissima. A un certo punto, mentre dipingevo, mi sono accorto come tutta quella abbondanza di vita contenesse, nel fondo, un senso distruttivo. Senza che io ci pensassi o volessi, la tela esalava un sentimento di morte”.
Temi su cui si incardina l’opera di Roberto Andò e di Marco Betta sul testo di Camilleri. “Se la Vucciria di Guttuso – dice Roberto Andò – si occupa del tempo e della morte, l’opera da noi concepita, affidata esclusivamente al video, alla musica di Marco Betta e alla drammaturgia del silenzio tracciata da Camilleri, insegue quel tempo, scegliendo di tessere il filo mentale delle figure che vi scorrono dentro, l’apparire e lo svanire di un’illusione, ciò che sarebbe potuto essere e non è avvenuto”.
I dodici personaggi del quadro, che sono quasi mescolati ai prodotti del mercato, diventeranno voci dentro il racconto sonoro.
“La musica per Il quadro nero – dice Marco Betta – si sviluppa come una sorta di natura morta, di rampicante che avvolge le immagini e che intercetta i pensieri interni, il mondo interiore dei dodici personaggi del dipinto. Oltre alla musica c’è una partitura di suoni e di voci realizzata da Hubert Westkemper: suoni registrati al mercato, la voce di Andrea Camilleri, alcune frasi del testo”. Innovativo il rapporto tra immagine e suono. “Ho immaginato tutta la partitura – aggiunge – come un lago che accoglie e riflette il quadro di Guttuso e il film di Roberto Andò attraverso continue e sottili variazioni sonore e timbriche”.
Goffredo Parise scrisse che nessun altro quadro di Guttuso come la Vucciria “ha mai espresso con tanta intensità il sentimento profondo del nostro Paese”. Secondo Andò, “in questo giudizio Parise sembra sottintendere una inquietante domanda: quando la Sicilia, l’Italia intera, sono diventate una grande natura morta? Un quesito che, dopo quarant’anni, appare tutt’altro che trascurabile”.